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GALLERIA BORGHESE

Immersa nella bellissima Villa Borghese la Galleria Borghese è una vera "Wunderkammer", stanza delle meraviglie, che custodisce capolavori di Bernini, Canova, Caravaggio, Tiziano, Raffaello e Correggio e merita di essere visitata almeno un   a volta nella vita!

 

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Cosa vedremo: Galleria Borghese

 

Tempo stimato: 2 ore

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Coffe break: Bar/Caffetteria della Galleria Borghese

 

 

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Tour

 

GALLERIA BORGHESE

 

Immersa nel verde di uno dei parchi più suggestivi di Roma, la Galleria Borghese custodisce autentici tesori artistici. L’edificio fu fatto costruire dal cardinale Scipione Caffarelli Borghese al centro del parco della villa omonima agli inizi del XVII secolo per ospitarvi la sua collezione d’arte e di antichità. E’ da considerarsi quindi una delle prime costruzioni a fini museali. Scipione Borghese fu infatti uno dei più importanti mecenati e collezionisti del primo seicento. Di gusto eclettico, promotore del barocco, si circondò di capolavori per ottenere i quali era disposto a tutto. Da vedere sono senz’altro le sculture realizzate per lui dal giovane Gian Lorenzo Bernini (Enea, Il ratto di Proserpina, Apollo e Dafne, e il David), l’Amor Sacro e Amor Profano di Tiziano, i capolavori di Caravaggio e la Paolina Borghese ritratta dal Canova. La Galleria Borghese costituisce dunque una raccolta di opere d’arte che voleva essere e fu superiore ad ogni altra esistente, negli anni in cui si affermava il mecenatismo delle grandi famiglie nobili romane.

 

 

LE OPERE IN DETTAGLIO

 

L’ Amor Sacro e Amor Profano di Tiziano è una delle opere più importanti della collezione. Un alone di mistero circonda questa tela, il cui soggetto allegorico è tra i più studiati della storia dell'arte e presenta molteplici livelli di lettura e interpretazioni. Opera enigmatica, è schietta nella sua bellezza, nell’uso dei colori e nella composizione: le figure sono armonicamente inserite con equilibrio e misura nell’ambiente. Tiziano fin dalle prime opere seppe sperimentare la forza plastica del colore nel costruire forme, attitudine questa che lo fece passare alla storia come uno dei più grandi artisti Veneziani del ‘500.

 

Paolina Bonaparte,  maestosa e passionale scultura neoclassica dell’amata sorella di Napoleone, ritratta da Canova come Venere Vincitrice. Dolcemente adagiata sul letto, morbidamente ritratta nelle curve delle spalle e dei fianchi, nel ricco panneggio delle vesti diventa una vera dea del nuovo Olimpo Napoleonico. Canova per questo soggetto, oltre ad attingere a fonti mitologiche, trae spunto da quelle pittoriche, come la bellisima Danae di Correggio, anch’essa presente nella collezione Borghese. Opera apprezzata dal Canova per la decantazione dell’erotismo attraverso la mediazione idealizzante della scultura greca.

 

La collezione Borghese può vantare la presenza di alcuni dipinti di Raffaello Sanzio, tra cui la bellissima pala d’altare raffigurante il Trasporto del Cristo Morto, eseguita nel 1507 per la Cappella Baglioni della chiesa di san Francesco al Prato di Perugia. Scipione Borghese, che l'aveva ammirata durante i suoi studi universitari nel capoluogo umbro, la volle avere a tutti i costi nella sua collezione. Così nel 1608 la fece portare segretamente a Roma e in cambio inviò ai Perugini indignati una copia eseguita dal Cavalier d’Arpino. Detta anche Deposizione Borghese, si connota per un mix perfetto di drammaticità, dinamismo e quella dolcezza tipica della pittura di Raffaello.

 

La Galleria dedica un’intera sala al Caravaggio, uno dei più prestigiosi artisti del ‘600, incline a duellare e a far baruffa e precocemente scomparso di morte violenta. L’esordio romano del pittore maledetto, con quadri allegorici di giovani in pose bacchiche, come il celeberrimo Bacchino Malato del 1593, è legato al nuovo naturalismo dell’epoca, che interessa musica pittura e poesia. La galleria presenta  opere sia giovanili che mature, che permettono di ripercorrere la crescita dell’artista dannato e geniale, amante del vero e della luce, elemento costante e contrastante delle sue tele

 

Il gruppo scultoreo di Apollo e Dafne rappresenta il capolavoro del Bernini, da lui considerato ancora in tarda età  il suo massimo raggiungimento creativo. La ninfa, che fugge all’abbraccio del dio trasformandosi in alloro, diviene un arabesco elegante del motivo della fuga, descritto già nelle Metamorfosi di Ovidio. Voluto dal Cavalier Nepote, riporta l’ammonimento morale sui sogni impossibili inseguiti dalla gioventù. L’impeto dell’inseguimento sembra propagarsi allo spazio circostante, creando quasi un effetto di risonanza. Dinamismo, libertà inventiva  e capacità di plasmare la materia trasformandola e piegandola secondo nuove finalità, fanno di Bernini l’artista principe del Barocco romano.

La Galleria conserva molteplici opere del Bernini, manifestazioni della sua sperimentazione come il Ratto di Proserpina  ricca di phatos e realismo. Bernini riproduce magistralmente il rapimento della giovane Cerere da parte di Plutone. Il gruppo sviluppa il tema della torsione elicoidale, cara alla tradizione manieristica da cui tuttavia Bernini si distacca per l’impeto dell’azione. 

La staticità classica viene totalmente scardinata nella torsione chiastica del David, che si protende nello spazio pronto all’azione imminente. Ogni singola parte del corpo è descritta nell’atto della sfida, che si esprime attraverso ogni muscolo, fino al viso minaccioso dalla lebbra serrate. Il volto con lo sguardo fisso, pare sia un autoritratto del Bernini stesso. Qui l’artista conquista lo spazio ed esprime la psicologia del personaggio: il violento movimento del David, colto mentre tende la fionda e prende la mira aggrottando la fronte, indica l’attimo culminante del confronto con Golia: l’avversario non si vede, ma la sua presenza è implicita nei gesti e nell’espressione dell’eroe.

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